# uno stato eternamente nascente
Premessa
Piscina Mirabilis nasce dal desiderio di rivolgersi, innanzitutto, ad una vastissima e non esclusiva comunità di danzatori-danzatrici, performer, attori-attrici, atleti e atlete, corpi, figure e persone il cui indirizzo è quello di proiettarsi sulla scena – una scena che non necessariamente coincide con quella canonica dell’attività professionale di spettacolo. La scena diventa luogo inaspettatamente quotidiano, dove il corpo ed il pensiero in movimento possano agire non informati da un ruolo predefinito.
Desideriamo intercettare quell’eccesso energetico che segretamente alimenta un numero molto ampio di persone interessate a ricercare la propria individualità anche nel movimento, come postura e tensione non direzionata da alcuna pratica pre-esistente ma aperta ad una comprensione inaudita di sé e degli altri sulla base di pure espressioni dinamiche.
Piscina Mirabilis mira ad incontrare i corpi in uno stadio che precede ogni risultato formale e progettuale e artistico, nella libera concentrazione di un fare che viene prima di ogni servizio alla performance, al pubblico, all’organismo di produzione, allo studio finalizzato, allo ‘sharing’ e al laboratorio. Evidentemente incontrarli mentre sono intenti a ‘qualcos’altro’, che è impossibile nominare.
L'appuntamento
Prima dello spettacolo, prima delle prove, del laboratorio, dell’allenamento, del riscaldamento: il corpo. Un luogo temporaneo dedicato alla ricerca, dove immergersi nell’accadimento puro, senza gerarchie di potere, senza accademismi, trasmissione, formazione. Una strana abitudine da costruire senza discorsi, una piscina alla quale tornare. Ogni sessione avrà la durata tra le due e le tre ore. All’ingresso si viene accolti/e e istruiti/e sulle condizioni base per accedere allo spazio dopo di che ogni comportamento e sviluppo è affidato al corpo di chi partecipa. Alcune semplici regole di accesso allo spazio favoriranno la discesa al corpo con l’unica certezza di essere in un luogo molto esposto e molto intimo insieme.
Per ciascuna sessione viene creata una cronologia ambientale di evento, che può essere sonora visiva e atmosferica, indipendente ed autonoma rispetto allo sviluppo dell’azione interna, affidata ad una unità artistica di volta in volta differente.
Nella ricorrenza dell’appuntamento si tende a costruire l’abitudine ad un luogo del possibile, dove articolare la corporeità senza selezioni o gerarchie, con un potenziale di indagine e ricerca che possa includere la preziosa fragilità della creazione di un ambiente inedito, esposto alle intemperie.
Piscina mirabilis è aperto a chiunque voglia sperimentare e contribuire a creare questo appuntamento ricorrente. Nello spazio si accede dopo aver letto le regole del suo accadere.
Piscina mirabilis potrà essere anche visitata per il puro desiderio di guardare.
Il galateo
Grazie per voler partecipare e per rispettare alcune semplici regole: questo è un luogo dedicato alla ricerca, aperto, dove immergersi nel movimento, dove esplorare l’articolazione fisica di sé, senza riflessione. Nello spazio di Piscina si accede senza scarpe. Ti chiediamo di rispettare la consegna assoluta del silenzio.
La prossimità e la convivenza tra i corpi sono la segreta risorsa di ognuno.
Il contatto, quando accade, è sempre lieve, non manipolatore.
Prendi spazio, lascia spazio, sono gli altri a suggerirti come.
Evita ogni schema di movimento precostituito; l’ambiente suggerisce la postura.
Per quanto esposto, il corpo non si esibisce. Lascialo nuotare.
Lo sguardo ha la stessa dolcezza del tuo fare.
Entra ed esci quando ti pare.
II piacere è la conseguenza diretta di ogni sforzo.

Michele Di Stefano, autodidatta nello studio e nella ricerca del movimento, fonda negli anni ‘90 il gruppo mk di cui è coreografo e performer. Il gruppo è da subito invitato nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero con date in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo, e attualmente è uno dei punti di riferimento della danza di ricerca nel territorio nazionale. Tra gli ultimi lavori: Instruction series (in collaborazione con Xing), Il giro del mondo in 80 giorni (con due danzatori della William Forsythe Company e diversi artisti italiani), Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour, Impressions d’Afrique (presentato anche alla Biennale Danza 2013), Robinson (in collaborazione con l’artista visivo Luca Trevisani, su musiche di Lorenzo Bianchi Hoesch, presentato con quattro allestimenti diversi anche al Museion di Bolzano). Riallestisce Giuda, progetto commissionato da Antonio Latella e riproposto a Berlino all’ICI/Institute for Cultural Inquiry nel ciclo di performance Anatopies for a Critique of Spatial Reason. Alla circuitazione degli spettacoli affianca un’intensa attività di conferenze, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali: la Piattaforma della Danza Balinese al Festival di Santarcangelo (2014 e 2015), i progetti per la BiennaleDanza 2013-14-15, il dialogo costante con la Scuola Paolo Grassi di Milano, la cura dei cicli di performance AngeloMai Italia Tropici a Roma, le Accademie Eventuali a Bologna con Margherita Morgantin, Clima performance realizzata con la partecipazione del pubblico in collaborazione con Teatro di Roma e Santarcangelo dei Teatri. Nel 2014 crea Line Rangers per la Korea National Contemporary Dance Company e Upper-East-Side per Aterballetto, seguito nel maggio 2015 dal riallestimento di e-ink realizzato all’interno del progetto RIC.CI. Nel 2018 è invitato a curare la sezione in esterni del Festival Bolzano Danza/Tanz Bozen e a partecipare all’Artists Summit organizzato al PACT Zollverein di Essen. È incaricato della programmazione danza per il triennio 2018-20 al Teatro di Roma. Nel 2000 Michele Di Stefano riceve il premio Danza&Danza per il contemporaneo e nel 2014 riceve il Leone d’Argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia.












